You are currently browsing the category archive for the ‘Giorgio Vigolo’ category.

I Fantasmi di pietra

“Roma, questi fantasmi pietrificati
fra i quali io mi aggiro da sempre
e che si disciolgono la notte
e si rovesciano nei miei sogni
come un Tevere
che nel mio sangue s’insala…

ma poi di giorno, eccoli di nuovo diritti
agli angoli delle strade,
sugli sfondi del cielo o fra le nuvole,
i fantasmi di pietra
mi guardano, mi aspettano
che diventi uno di loro”

Giorgio Vigolo

“Essere liberi è nulla, diventarlo è il cielo”
Fichte citato da Giorgio Vigolo ne Il cannocchiale metafisico

Quando Giorgio Vigolo è morto, avevo compiuto da poco 13 anni e, seppure abitassi a poche decine di metri da lui e mio zio Enrico lo conoscesse bene, non credo ci fossimo mai incontrati. E’ stato solo qualche anno più tardi che ne ho conosciuto il nome: grazie a un suo romanzo giovanile (ma quasi postumo) trovato d’estate su una bancarella ai giardini di Castel Sant’angelo, “La Virgilia”. Storia di un amore fantasmatico oltre il Tempo, ambientato in una Roma ottocentesca ma eterna, dove i veri profili delle cose e delle persone sono celati dietro l’apparente realtà, “La Virgilia” ha avuto su di me un’infuenza enorme – in un certo senso “Il Giardino Elettrico” non ne è altro che un campionamento, una cover che si intreccia con un altro racconto indimenticabile di Vigolo, “Avventura a Campo de Fiori”. Ora sono tornato a vivere in Prati, e spesso passo sotto l’ultima casa di Vigolo a Viale Mazzini. A volte mi sembra di vederlo uscire dal portone, guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno. Un giorno, quando avremo di nuovo la stessa età, lo avvicinerò, e lo ringrazierò raccontandogli alcuni segreti, anche se forse lui li conosce già.

“Se in un punto potessero incontrarsi (ricordi e prime speranze), la via della vita sarebbe riaperta, ristabilito il respiro sul favoloso regno della prima giovinezza. Sarebbe quello il punto realissimo e ideale: il luogo geometrico dello spirito… Sarà possibile raggiungerlo mai?” (da “Il ricordo perfetto”, 1940)