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E’ strano darne notizia qui, visto che questo blog porta il nome di un altro libro. Ma il giardino elettrico è in realtà una dimensione a sè – o almeno io la immagino tale – per cui c’è posto anche per nuove storie e viaggi, e quindi anche per questa avventura sardo-cosmica, da oggi in libreria.

Qui la scheda: http://www.ponteallegrazie.it/scheda.asp?editore=Ponte%20alle%20Grazie&idlibro=7781&titolo=SA+REINA

Qui il gruppo facebook per recensioni, eventi e commenti: https://www.facebook.com/groups/538943112813834/

Vale, rock’n’roll! S.

“Solo un uomo che aveva coscientemente voltato la schiena da anni a tutto ciò che è umano poteva notare quello che notò lui un pomeriggio di autunno e avere la curiosità di esaminarlo. Solo un uomo con la sua insolita combinazione di esperienza e abilità poteva avere gli strumenti per spiegarlo. E, certamente, solo un antisociale come lui poteva farne l’uso che ne fece.
Vide due alberi.”
Theodore Sturgeon

Per usare le parole di Julian Cope, iatromante, sciamano, archeologo cosmico, rock’n’roller e fratello neo-sardo, alla metà circa della mia vita mi capita ogni tanto di sentirmi “Too Freud to rock’n’roll and too Jung to die”…ma poi passa. E il rock’n’roll fortunatamente torna…

Il segreto dell’universo è scritto a caratteri invisibili…

“Ciascuno di noi pensa alla chiave, ciascuno nella sua prigione” T. S. Eliot

Come un’onda che continua a battere sul cuore,
ogni cosa, ancora, è di nuovo mistero.

Fu, questa, un’epoca di visioni. La Natura si rivelava. Era essa stessa la Moira.

I Fantasmi di pietra

“Roma, questi fantasmi pietrificati
fra i quali io mi aggiro da sempre
e che si disciolgono la notte
e si rovesciano nei miei sogni
come un Tevere
che nel mio sangue s’insala…

ma poi di giorno, eccoli di nuovo diritti
agli angoli delle strade,
sugli sfondi del cielo o fra le nuvole,
i fantasmi di pietra
mi guardano, mi aspettano
che diventi uno di loro”

Giorgio Vigolo

“Essere liberi è nulla, diventarlo è il cielo”
Fichte citato da Giorgio Vigolo ne Il cannocchiale metafisico

“Fabbricare fabbricare fabbricare
Preferisco il rumore del mare
Che dice fabbricare fare e disfare
Fare e disfare è tutto un lavorare
Ecco quello che so fare”

Dal retro di una cartolina postale scritta il 13 ottobre 1916 da Marina di Pisa e indirizzata a S. A. (Sibilla Aleramo)

“Ciò che si gioca e si perde è sempre la vita. Ciò che conta – per colui che racconta – è saperlo” (Fernando Savater, Borges)